Marco Tamburro, artista poliedrico, conosciuto principalmente per la sua pittura figurativa con accenti di astrattismo, inaugura un nuovo ciclo artistico che vede protagonista la scultura. L’intuizione di trasformare i suoi recenti dipinti dei rubinetti colorati (della serie Apri o chiudi) in materia viva, gli fa scoprire le potenzialità del bronzo, tramite il quale riesce a creare una maggiore solidità, lucentezza e forza visiva. Come per i suoi dipinti anche per le sue sculture l’elemento dell’acqua rimane fondamentale.
Anche se in natura l’acqua è trasparente, l’artista la trasforma come fa un alchimista in colore puro: rosso, giallo, blu, verde, arancione, viola, bianco e perfino argento, bronzo e oro. Queste ultime tonalità dell’argento, del bronzo e dell’oro si adattano meglio alle sue sculture in bronzo e gli permettono di creare dei riflessi e delle sfumature più o meno intense. L’idea dell’acqua che fluisce ha un preciso significato per l’artista. Come la vita anche l’acqua, il sangue o il liquido amniotico fluiscono nel corpo umano e sono essenziali per la vita, sono la nostra linfa vitale. L’acqua è dei quattro elementi quella che ha una maggiore valenza simbolica: è apportatrice di vita e di morte, è fecondatrice e distruttrice. L’acqua assomiglia all’animo dell’essere vivente: è irrequieta e non ha posa, non ha principio, non ha fine. E’ fiume e mare, è dolce e salta, è abisso e superficie; implica sempre una trasformazione e una rinascita.
Partendo dall’acqua come elemento simbolico, Marco Tamburro utilizza anche per le sue sculture un oggetto all’apparenza comune come il rubinetto. Quest’ultimo svela l’artista, rappresenta l’individuo e la sua identità; un individuo che può scegliere se aprire o chiudere alla propria vita, alle proprie emozioni, alla propria anima. L’identità dell’individuo è rappresentata dai diversi colori. Ogni colore rappresenta una personalità e ognuno può scegliere di essere rappresentato da un colore. Concludendo, per l’artista il rubinetto è vita ma anche oggetto di lettura universale, dove ogni popolo può identificarsi solo con l’identità di un’immagine.
(Rupert Goodwin)